Bullone di fissaggio. Fissaggi strutturali: tipologie e caratteristiche

Una panoramica sui principi di funzionamento dei sistemi di ancoraggio

 

 

Ancoraggi strutturali: classificazione

I sistemi di fissaggio si dividono in base agli ancoranti che possono essere meccanici (ancoranti ad espansione a controllo di coppia, ancoranti ad espansione a controllo di spostamento, ancoranti sottosquadro) o chimici.

 Ancoraggi strutturali: classificazione 
Gli ancoranti possono essere classificati anche in base al principio di funzionamento:
• per forma (la forza resistente è generata dal bloccaggio geometrico tra il foro e l’ancorante stesso, per questa ragione il foro viene eseguito con una punta particolare che consente l’apertura del meccanismo di bloccaggio);
• per attrito (la forza resistente è generata da un meccanismo di espansione costituito da un cono che scorre all’interno di un manicotto);
• per adesione (la forza resistente è generata nella resina all’interfaccia con il materiale di supporto).




Fissaggi meccanici

Gli ancoranti meccanici generalmente funzionano per attrito e per forma. Nei primi la tenuta, nel materiale base, è garantita dall’attrito generato attraverso l’espansione di un cilindro all’interno di un manicotto mediante l’applicazione di una coppia di serraggio controllata (ancoranti a controllo di coppia), o da un meccanismo a spostamento controllato (ancoranti a controllo di spostamento).
Fissaggi meccanici
Nel secondo caso (funzionamento per forma) la tenuta è garantita dall’incastro creato tra il materiale base e l’ancorante: tale comportamento può essere assimilato a quello dei tirafondi gettati in opera. Questo comportamento è tipico degli ancoranti sottosquadro.
Fissaggi meccanici
Tra i sistemi di fissaggio più conosciuti c’è il sistema a tassello (fischer) che consente una maggiore aderenza tra le viti e le pareti nelle quali vengono fissate. Il “primo tassello” venne inventato nei primi del ‘900 dall’inglese John Joseph Rawlings anche se è stato “reso famoso” da Artur Fischer che negli anni '50 ne invento la versione in plastica fondando quella che sarebbe diventata una delle più grandi aziende di sistemi di fissaggio.

I tasselli in nylon, impiegati in svariati materiali (calcestruzzo, muratura piena e forata, cartongesso), sono costituiti da una boccola con sezioni espandenti, accoppiata a una vite in acciaio. Per sistemi omologati, ogni tassello è associato a una vite speciale, in modo da ottenere la massima tenuta dell’ancoraggio. Nei supporti pieni la trasmissione del carico avviene per attrito tra la boccola di espansione e le pareti del materiale base, per effetto dell’avvitamento della vite all’interno della boccola; nel caso di supporti vuoti, la trasmissione del carico avviene in parte per attrito e in parte per espansione del tassello nei vuoti del materiale del supporto. Essendo la portata dei tasselli in nylon determinata dall’attrito tra boccola espandente e le pareti del materiale, essa è legata alle caratteristiche costruttive del tassello, per questo motivo ogni prodotto presenta resistenze differenti. 

Un esempio è Fischer SX, un tassello universale ad espansione in nylon con installazione a filo parete che grazie alle sue particolari caratteristiche si adatta perfettamente a tutti i tipi di materiale, sia compatti che forati. 

Fissaggi meccanici
Tra i fissaggi meccanici ci sono anche gli ancoraggi a vite; il meccanismo di trasmissione delle forze per questo tipo è simile a quello delle barre ad aderenza migliorata nel calcestruzzo. L’ancorante viene avvitato all’interno del calcestruzzo preforato con diametro del foro inferiore rispetto a quello nominale del tassello, creando una filettatura nelle pareti del supporto. Le forze sono trasferite tramite diagonali compresse che si creano per effetto della presenza della dentatura della vite. Questo tipo di ancorante è idoneo a installazioni in calcestruzzo fessurato e non fessurato.


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